L’intervento di mastoplastica additiva, che si può richiedere ed effettuare presso i centri Juneco, è consigliato in casi come quelli di ipoplasia mammaria per aumentare il volume e la tonicità del seno attraverso l’inserimento di protesi. Pur essendo un procedimento relativamente semplice, richiede una valutazione attenta delle specifiche tecniche in base a ogni singolo caso. La priorità dell’intervento è concentrata sulla creazione di un seno dall’aspetto naturale.
Ogni donna presenta caratteristiche uniche e differenti. Le aspettative riguardo il risultato finale possono variare. Pertanto, in caso di ipoplasia mammaria o in altre situazioni la scelta delle protesi e della tecnica chirurgica deve essere attentamente ponderata, poiché un seno progettato e realizzato su misura risulta indubbiamente più gradevole esteticamente e più naturale.
Qual è il significato di ipoplasia? Ipoplasia è un termine utilizzato in medicina per descrivere una condizione in cui un tessuto o un organo non si sviluppa completamente o non raggiunge la dimensione normale. Genericamente si parla di seno piatto. Più nello specifico, l’ipoplasia si riferisce a una condizione in cui le ghiandole mammarie e il tessuto circostante non si sviluppano adeguatamente, derivando in un seno con un volume apparentemente insufficiente o piatto. In altre parole, una persona con seno piatto può presentare ipoplasia mammaria, causato da un sottosviluppo delle ghiandole mammarie.
L’ipoplasia mammaria è una condizione in cui le ghiandole mammarie non si sviluppano completamente o risultano sottosviluppate. Questa condizione può portare a un aspetto del seno con un volume ridotto o insufficiente rispetto alle dimensioni considerate normali. Per il seno piccolissimo le cause possono essere varie e includono fattori genetici, squilibri ormonali, anomalie nello sviluppo embrionale o fattori ambientali.
L’ipoplasia mammaria, dunque, non è necessariamente associata a problemi di salute, ma può influenzare l’aspetto estetico del seno. Alcune persone, a fronte di seno piccolo cause, possono desiderare interventi chirurgici correttivi, come la mastoplastica additiva. L’impianto di protesi mammarie infatti permette di ottenere il risultato desiderato. Tuttavia, la decisione di intraprendere procedure chirurgiche va sempre attentamente valutata con un professionista medico.
La crescita del seno è principalmente influenzata da due ormoni, estrogeni e progesterone, che giocano un ruolo chiave nello sviluppo e nel mantenimento delle caratteristiche sessuali femminili. L’equilibrio tra estrogeni e progesterone, insieme ad altri ormoni, regola la crescita e la funzione del tessuto mammario. Questa crescita avviene in risposta a vari stimoli fisiologici, come la pubertà, la gravidanza e l’allattamento. L’ipoplasia mammaria, nel caso, per esempio, di un seno non sviluppato, è una condizione in cui le ghiandole mammarie non si sviluppano completamente o risultano sottosviluppate. Questa condizione può portare a un aspetto del seno con un volume ridotto o insufficiente rispetto alle dimensioni considerate normali.
Nei casi di ipoplasia mammaria, non si può intervenire in altro modo se non chirurgicamente. A fronte delle numerose e variegate cause del seno rimpicciolito che possono esserci, con il parere favorevole del chirurgo, ci si può sottoporre a un intervento di mastoplastica additiva. Subito dopo occorre un riposo totale di almeno cinque-sette giorni. Occorre attendere tre settimane-un mese prima di riprendere l’attività sportiva.
Le cause del seno non sviluppato possono essere diverse. La dimensione del seno può essere influenzata dalla genetica. Con l’avanzare dell’età, inoltre, la pelle perde elasticità e il tessuto mammario può subire un processo di atrofia, portando a un seno meno pieno. Possono influire anche le variazioni di peso. Un forte e rapido dimagrimento, in particolare, dovuto a una dieta drastica e a un esercizio fisico molto intenso, può portare a una diminuzione del tessuto adiposo nel seno. Durante la gravidanza, il seno si prepara per l’allattamento aumentando di dimensioni. Tuttavia, è frequente ritrovarsi con il seno piccolo dopo l’allattamento: molte donne notano una perdita di volume a causa delle variazioni ormonali e del cambiamento nella composizione del tessuto mammario.
Una volta che il professionista ha formulato la diagnosi dell’ipoplasia mammaria e prospetta un intervento di mastoplastica additiva, quest’ultima consiste solitamente nell’inserimento di una protesi tramite una piccola incisione di circa 4 cm nel contorno inferiore dell’areola o, alternativamente, dal solco mammario, a seconda delle preferenze della paziente e della sua anatomia. Si crea una tasca sotto la ghiandola o il muscolo pettorale, a seconda delle necessità. Successivamente, il chirurgo inserisce e posiziona le protesi di ultima generazione. La procedura può essere eseguita con anestesia generale o locale con sedazione profonda.
A seconda delle caratteristiche anatomiche della paziente e della sua situazione (per esempio, consideriamo, dopo l’allattamento, un’ipoplasia mammaria grave) si possono utilizzare diverse tipologie di protesi, che si distinguono per forma, texture della superficie e dimensione. La protesi può essere impiantata utilizzando tre tecniche principali: posizionamento retroghiandolare, posizionamento retromuscolare e posizionamento dual plane (parzialmente retromuscolare).
Gli esperti di Juneco guidano le pazienti in un percorso personalizzato, studiando una soluzione su misura durante il primo consulto con il chirurgo plastico. La tecnologia impiegata – Crisalix – permette di visionare in anteprima una simulazione tridimensionale del risultato.
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