Che cosè la blefarocalasi?

La blefarocalasi è una particolare condizione clinica che coinvolge le palpebre. In termini generali ci riferiamo alla blefarocalasi quando vi è un rilassamento del tessuto palpebrale. Sebbene nella maggior parte dei casi le conseguenze sono esclusivamente estetiche, a volte anche la capacità visiva può esserne condizionata. È bene pertanto occuparsi di quali siano, per la blefarocalasi sintomi più comuni.

Come riconoscere una blefarocalasi?

Per poter rispondere a questa domanda è necessario approfondirne brevemente un’altra: cos’è blefarocalasi? La caratteristica distintiva della blefarocalasi è che questa è dovuta a un cedimento del tessuto della palpebra. I pazienti che presentano blefarocalasi di solito descrivono un gonfiore a livello delle palpebre. Nonostante questo gonfiore non sia quasi mai accompagnato da sensazioni di dolore, a volte può essere associato a eritema.

In molti pazienti la blefarocalasi ha un ciclo breve di 2 o 3 giorni, ma tende a ripresentarsi più volte nel corso di un anno. La frequenza con cui la blefarocalasi si manifesta è variabile, e condizionata da molteplici fattori. C’è però da considerare che la cute delle palpebre di questi pazienti diventa progressivamente sempre più sottile e rugosa.

Cause e sintomi della blefarocalasi

Ma quali sono le ragioni di questo cedimento, e in definitiva per la blefarocalasi cause che la determinano? Il cedimento della cute palpebrale caratteristico della blefarocalasi tende ad aumentare con l’età, in concomitanza con la fisiologica perdita di collagene. In effetti la maggiore incidenza di questa condizione clinica è intorno ai 40 o 50 anni.

Esistono tuttavia casi di blefarocalasi in pazienti decisamente più giovani. Questo tende a far credere agli esperti che una possibile causa della blefarocalasi possano essere la pubertà e i cambi ormonali. Esistono poi altre cause che possono determinare questa condizione clinica. Situazioni di stress particolarmente elevato, la puntura di insetti o l’esposizione al vento sono alcune di queste.

Comincia pertanto ad essere evidente il fatto che ci troviamo di fronte ad un’infiammazione momentanea delle palpebre. Nella maggior parte dei casi questa è bilaterale, e colpisce soprattutto le palpebre superiori. A volte però, possono esserci casi di blefarocalasi unilaterale, o nei quali l’infiammazione è circoscritta unicamente alle palpebre inferiori.

Blefarocalasi superiore

Come è facile immaginare, nel caso di una blefarocalasi superiore saranno le palpebre superiori ad essere coinvolte. L’attenzione da riporre su questa condizione è elevata. In effetti una palpebra superiore che manifesta un importante cedimento andrà a discendere fino a rischiare di coprire la pupilla. In questo caso le conseguenze non saranno pertanto solamente estetiche, ma il rischio di compromettere la funzione visiva è alto.

Blefarocalasi bilaterale

È altrettanto semplice intuire cosa si intenda per blefarocalasi bilaterale. Come accennato nella sezione precedente infatti, l’infezione in questo caso riguarderà le palpebre di entrambi gli occhi.

Differenza tra blefarocalasi e ptosi palpebrale

Sappiamo tutti quanto gli occhi siano organi particolarmente delicati e sensibili. È logico intuire che un abbassamento involontario delle palpebre può essere causato da condizioni cliniche diverse. In particolare blefarocalasi e ptosi sono condizioni che possono facilmente confondersi, data la loro similitudine.

Come abbiamo avuto modo di apprendere, la blefarocalasi consiste nel cedimento del tessuto che compone la palpebra. Come conseguenza del peso della cute, la palpebra tende a ripiegare su se stessa. Quando questo ripiegamento supera il bordo palpebrale, la funzionalità visiva può essere compromessa.

Per quanto riguarda la ptosi o ptosi palpebrale invece è diverso. Anche in questo caso ci troveremo di fronte ad un abbassamento della palpebra e alla possibile interferenza della capacità visiva. La differenza però risiede nella causa che determina tale abbassamento. In questo caso infatti è il muscolo che dovrebbe sostenere adeguatamente la palpebra che, rilassandosi troppo, determina la condizione clinica di ptosi.

Un altro tipo di condizione clinica che riguarda le palpebre sono gli xantelasmi. In questo caso però non vi è un cedimento della struttura della palpebra, bensì un accumulo di tessuto adiposo localizzato nelle aree attorno agli occhi. Leggi il nostro articolo sugli xantelasmi e scopri cosa sono.

Esistono dei rimedi?

Abbiamo visto come, nella maggior parte dei casi, la blefarocalasi sia un difetto estetico caratterizzato dal rilassamento eccessivo della cute della palpebra. Si tratta di una condizione clinica spesso correlata con il processo di invecchiamento, e favorita dalla perdita di collagene. Anche quando la funzione visiva non è compromessa, il ripiegamento della cute sull’occhio conferisce allo sguardo un aspetto spento e appesantito. Al contrario, risolvere tale inestetismo permette al paziente di riacquistare uno sguardo luminoso, e restituisce all’intero volto un aspetto più giovane.

Per la blefarocalasi rimedi sono fondamentalmente due: quello maggiormente eseguito è la blefaroplastica. Si tratta di un intervento chirurgico minimamente invasivo, che permette di rimuovere l’eccesso di cute dalla palpebra superiore. Il vantaggio principale di questa procedura, oltre all’immediatezza del risultato estetico, è che la cicatrice, di per sé molto piccola, rimane “nascosta” dietro la piega della palpebra. Clicca qui per approfondire sul trattamento di blefaroplastica.

xantelasmi rimozione

Una valida alternativa, che non prevede l’uso di bisturi, è la blefaroplastica non chirurgica, o blefaroplastica non ablativa. In questo caso la rimozione avviene per mezzo di un micro radio bisturi che funziona a sublimazione termica. A questo link trovi maggiori informazioni sulla blefaroplastica non chirurgica.

Quale trattamento scegliere per contrastare la blefarocalasi: i consigli degli specialisti Juneco

Abbiamo visto come le conseguenze di una blefarocalasi non siano esclusivamente estetiche, ma possono invece interessare anche l’aspetto funzionale. Fortunatamente però, per chi è affetto da blefarocalasi rimedi non ne mancano. La scelta di quale sia quello più indicato ovviamente dipende dalla condizione specifica di ogni singolo paziente. Inoltre, è esclusivamente il medico a poter indicare al paziente a quale tipo di soluzione ricorrere.

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